Lentamente altri pezzi del puzzle vanno a posto

 

di Robert Priddy - rpriddy@online.no

Sito web: http://home.no.net/anir/Sai/

Data: 17 novembre 2002

 

Nel gennaio 1985, ero seduto nel tempio, che era stipato di studenti e di devoti che aspettavano l'inizio bei bhajan serali. Essendo su un lato, potevo vedere attraverso una delle piccole strette finestre sulla veranda, dove c'era Sai Baba che stava parlando da 15 minuti o anche di più con uno dei suoi funzionari dell'ashram dell'epoca, Mr. Chiranjia Rao (vice capo dell'ashram). All'epoca accettavo senza critiche tutte le dichiarazioni su Sai Baba e pensavo di essere molto fortunato a vedere "l'avatar" così da vicino. Udii abbastanza della conversazione da realizzare che non era in inglese, così non capii nulla di quello che veniva detto. Presumo che fosse in Telugu, lingua che Sai Baba parla quasi sempre. Ciò che mi sorprese, comunque fu l'apparente ostilità delle espressioni sia di Baba che di Rao. Anche se Rao teneva le mani nell'obbligatorio namaskaar, sembrava piuttosto agitato nelle sue risposte a Baba. Questo contrastava con la mia idea di come i rapporti dovessero essere (in ogni circostanza) tra Sai Baba e chiunque altro, incluso il suo staff. Rao sembrava essere sotto esame e veniva interrotto in continuazione dai rimproveri di Sai Baba...ma Rao sembrava inflessibile. L'espressione di Sai Baba non cambiò mai neanche un pò diventando benigna o amichevole. Ero molto sconcertato...e la mia mente cominciò a cercare qualche spiegazione o scusa per Sai Baba ("per esempio "Egli ci sta mettendo alla prova"o altre idee difensive tratte dai suoi insegnamenti). Alla fine smisi di tentare di capire e dissi a me stesso "Bene, hai comunque avuto un buon darshan". Nessuno degli studenti attorno a me aveva osservato la scena, solo io ero in una posizione tale da poter vedere i due dalla finestrina.

Adesso sono in grado di ripensare a quello scambio in tutt'altra luce. Sembra che io, così per dire, stessi guardando dietro il solito velo di maya di saluti e sorrisi - ed ero incapace di rendermi conto che stavo vedendo l'ordinario aspetto di Sai Baba, il normale governante autoritario che trattava con un dipendente testardo o dalla mente ristretta (un ex dipendente delle ferrovie) che gli stava facendo rapporto. Se la mia mente non fosse stata piena di misteri miracolosi o di entusiasmo bruciante nel vedere il mondo che cambiava per merito dell'avatar ecc, ecc, avrei riconosciuto sicuramente la rivelatrice normalità.

Quando visitai Prashanti Nilayam quasi due anni più tardi, conobbi un anglo-indiano che si chiamava Alfred Brinnard, che parlava Hindi. Egli mi disse che Chiranjia Rao ciondolava sempre in giro per l'ashram per vedere se i visitatori diventavano troppo amichevoli con i residenti. Da molto tempo sospettavo che Sai Baba raccogliesse informazioni sui visitatori attraverso le sue spie.

A proposito, un collega russo mi ha scritto quanto segue "Un ricordo mi è venuto alla mente, e potrebbe essere utile. Era, credo, nel 1996. Quando andammo a Prashanti Nilayam fummo sorpresi che ci fosse una specie di ufficio per le pubbliche relazioni e lì vedemmo che c'era un occidentale. Questa persona aveva circa 35 anni, piuttosto alto e con una carnagione scura (mi sembra che fosse dall'Olanda). Ci fu spiegato che egli aveva l'incarico di contattare i devoti occidentali che arrivavano a Prashanti Nilayam e di dare una lettura di orientamento e così via. Così avemmo una lettura di orientamento, sul come comportarci e come stare attenti, perchè "le falene cercano la luce, ma i rospi cercano le falene" ecc. Comunque coasì era più piacevole di quando lo faceva un indiano. Ma questo P.R. non è esistito per molto. Più tardi, quando lasciai Prashanti Nilayam o forse fu l'anno successivo, egli aveva abbandonato l'ashram per sempre. Alcune persone dicevano che Sai Baba lo aveva licenziato, A me fu detto da una persona di cui non posso dubitare che egli aveva scritto una lettera di spiegazione e che sua madre l'aveva distribuita a Prashanti Nilayam. In questa lettera si diceva che Sai Baba gli aveva offerto di spiare nell'ashram e quando egli aveva rifiutato Sai Baba gli aveva detto che poteva andarsene. E se ne andò. Molti russi lo considerano come un test da parte di Sai Baba. Alcuni credono che egli abbia fallito, altri che abbia avuto successo."

Alfred conosceva - e lo presentò a me - un uomo cinese di Singapore che era residente a Prashanti Nilayam, un uomo con un grado molto grave di handicap dovuto ad una condizione molto insolita. Questo uomo capiva il Telugu e raccontò ad Alfred di un omicidio che aveva appena avuto luogo di fronte all'ufficio per l'accoglienza alla piena luce del sole. Le circostanze erano molto peculiari. Kumar, il portinaio, che era stato un bandito e che Sai Baba aveva sorpreso e chiamato a lavorare con lui, era un uomo brutale noto perchè picchiava i contadini indiani in visita ed anche alcuni visitatori europei. Egli aveva suscitato le ire di un prete in un tempio di Shiva che aveva visitato l'ashram di tanto in tanto. Il prete Shiva andò da Kumar mentre egli sedeva di fronte agli uffici e chiese il suo perdono e di toccare i suoi piedi. Ma, quando prese i piedi di Kumar, gli morse l'alluce. Mi è stato detto che questi preti spesso affilano i loro denti mordendo teste di pollo per sacrificio. Lo shock che questo causò fu grande - senza dubbio combinato con paure superstiziose che Kumar morì nell'ospedale dell'ashram entro un paio di giorni. Dove, se non in India si possono sentire cose del genere, o dove possono accadere cose del genere? Fu questo avvenimento, comunque, che Chiramjia Rao e lo staff dell'ashram stavano cercando di impedire che si risapesse ed essi stavano controllando senza posa i residenti che sapevano per evitare che contattassero i visitatori, secondo il nostro informatore. Alfred aveva visto sia Rao che il Capo dell'ashram Kutumb sulla veranda in evidente ansia per gli sguardi furiosi di Baba dopo che si era scoperto che Kumar nella sua stanza aveva molte decine di migliaia di rupie nascoste dietro i quadrei di Sai Baba. Egli aveva preso delle tangenti dalla povera gente per lasciarla entrare nell'ashram. Si supponeva che queste cose rientrassero nella loro area di responsabilità...anche mentre "l'onnisciente" Sai Baba - come dicono alcuni scrittori, stava badando lui stesso ad ogni dettaglio nell'ashram!

Non appena vengono tolti gli occhiali rosa che distorcono tutto, sempre più aspetti del nascosto Sai Baba e delle sue attività, emergono chiaramente. Coloro che pensano di essere benedetti perchè indossano questi occhiali sembra che abbiano paura a toglierli perchè perderebbero il loro (falso) senso di sicurezza e si renderebbero conto di essere stati degli stupidi. E' brutto...ma la verità non è mai facile.