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Indagine sulla vibuthi - 2 parte

a cura del Prof. Mauro Prencipe - mauro.prencipe@unito.it
Dipartimento Scienze Mineralogiche e Petrologiche - Università di Torino
Membro del Consiglio Direttivo del CICAP - Gruppo Piemonte e Direttore scientifico della rivista "La Voce Scettica"

Data: 27 gennaio 2005


L'Alterazione del microclino

L'immagine seguente (ancora K-feldspato) mostra, sulla sinistra, la geminazione polisintetica e, sulla destra, un'area grigia con un  bordo esterno arrotondato  (il bordo esterno è quello affacciato sulla zona scura). L'area grigia, la cui luminosità non dipende dall'orientazione specifica del granulo, è chiaramente amorfa (non cristallina). Molti altri granuli osservati nella Vibuthi presentano le stesse caratteristiche, relativamente alle zone di bordo.

In Natura, caratteristiche identiche sono osservate in quei feldspati potassici che sono stati alterati dall'azione dell'acqua. L'alterazione procede con la formazione preventiva di materiale amorfo, seguita dalla ricristallizzazione di minerali del gruppo delle argille.

 

 

 

 

 


I granuli di plagioclasio (feldspato sodico-calcico) mostrano un'alterazione leggermente differente come visibile nella foto a destra (in campo chiaro, 300000 ingrandimenti): nella zona a sinistra, più scura, è visibile il feldspato con la sua tipica geminazione (evidenziata dalla presenza di lamelle); nella zona a destra sono visibili frange irregolari, ortogonali al bordo del cristallo, aventi spaziatura media di 15 milionesimi di millimetro. Tali frange sono tracce di piani reticolari di una fase proto-cristallina (quindi non completamente amorfa, come nel caso dei K-feldspati), che, almeno in Natura, precede la formazione di argille.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le analisi chimiche con microsonda elettronica confermano pienamente la diagnosi di alterazione dei granuli di K-feldspato nella Vibuthi: Precisamente, la composizione del microclino, nelle zone non alterate, è quella di un K-feldspato puro; passando invece nelle parti alterate (amorfe) si osserva la repentina scomparsa del potassio e l'ingresso di ferro.

L'analisi in microsonda, accompagnata dalla diffrazione elettronica ha inoltre permesso di identificare un gran numero di altre fasi minerali, presenti in traccia, come silice amorfa, granati, biotiti, orneblenda, smectiti, illiti... In Natura, un così vasto assortimento di minerali si può riscontrare in depositi fluviali sabbiosi, prodotti dallo smantellamento di corpi rocciosi, ad opera dell'acqua.

In conclusione

Purtroppo, come emerge da quanto presentato, le analisi effettuate, per quanto sofisticate, non hanno fornito risultati strani, inattesi o inesplicabili, come si converrebbe a una sostanza materializzata dal nulla!

Esaminando nel loro insieme i dati ottenuti, uno scienziato all'oscuro di quanto sostenuto da Sai Baba a proposito della Vibuthi, concluderebbe facilmente per un'origine molto naturale della sostanza:

un sedimento clastico, probabilmente di origine fluviale, piuttosto composito sia dal punto di vista mineralogico, sia dal punto di vista chimico, prodotto da un'avanzata erosione e alterazione di rocce magmatico-intrusive e acide, come i graniti.

In una parola: terriccio, forse raccolto sulla riva di qualche fiume e ...  senza il ricorso a strabilianti poteri paranormali!