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Due libri, molte contraddizioni

di Mantrab - mantrab@katamail.com

Data: 02 luglio 2004

 

Stimati visitatori e curatori del sito,
in questo mio intervento ho voluto trattare un argomento piuttosto frequente all’interno dei siti web di denuncia contro Sai Baba: le contraddizioni che emergono dai discorsi del guru di Puttaparthi; discorsi pubblicati in numerosissimi libri, nonché su Internet, dalla casa editrice Mother Sai.

La mia analisi si è focalizzata in modo particolare su due libri: “Discorsi 1988/1989 - Volume I” e “Colloqui”.

Lo scritto si divide pertanto in due parti, ciascuna dedicata alle incongruenze e agli errori rilevati in ogni libro: 

PRIMA PARTE

Discorsi 1988/1989 - Volume I” - Mother Sai Publications

Nel discorso XIII intitolato “Quale istruzione?” al paragrafo 10 pag. 158, Sai Baba parla dell’integrità dei semplici dicendo:
"[10] Tra gli abitanti delle città non si trovano le buone qualità e i sentimenti religiosi che si possono riscontrare tra i contadini incolti. Le tribù e le popolazioni agresti possiedono delle virtù ideali, ignorate presso altri popoli. Proprio là dove sorgono innumerevoli istituzioni educative e dove sono in aumento tecnologie e civiltà moderne d'ogni tipo si manifestano atrocità di tutte le specie, empietà e problemi vari. Invece, fra la gente che coltiva la terra, laddove mancano organizzazioni educative o altri servizi del genere, troviamo moralità e purezza di costumi. Che vantaggi trarrete da quel tipo di educazione"?

Dunque, secondo Sai Baba, la gente contadina indiana costituisce un ottimo esempio di moralità. Andando però avanti, e più precisamente al paragrafo 9 pag. 173, parlando della presenza di Dio in ogni uomo, il guru afferma: 

"[9] Inconsapevoli di questa verità interiore (Dio è latente in ognuno di noi, ndr) gli uomini si fanno trascinare dalle apparenze esterne, considerandole reali. Fin dai primordi, gli uomini sono stati influenzati da questo modo di pensare e si sono imbevuti di ignoranza. Si ripone del latte nei formicai, per nutrire i cobra che sì sospetta vi dimorino, ma, non appena si fanno vedere, vengono ammazzati. Si percuotono le bestie da soma impiegate per la coltivazione, ma poi si va a venerare l'effigie in pietra di un toro, che rappresenta il sacro veicolo di Shiva. Ecco il tipo di filosofia praticata dalla gente fin dall'antichità. Gli Indiani hanno conservato questa incongruenza nel far del male agli esseri viventi, mentre adorano oggetti senza vita. Chi non offre nemmeno un boccone all'affamato, va poi a presentare ogni genere di leccornìe come offerta sacra all'immagine  di una divinità. C'è chi fa cadere una manciata di monete nell'elemosiniere del Signore Venkatesvara e poi nega due spiccioli ad un mendicante. E tutto questo viene considerato come parte della nostra antica tradizione! Ma in qual nodo si farà santo chi nega il cibo all'affamato"?

Ora, per tutti coloro che sono stati in India, e per quelli che hanno visto qualche documentario sui popoli indiani, pare scontato che i campi da coltivare e i formicai non si possono trovare dentro le città, semmai nelle vicinanze, ma piuttosto in zone rurali. Ma nelle zone rurali vivono i contadini, quindi, dal discorso fatto da Sai Baba, sembrerebbe che siano proprio loro quelli che ammazzano i cobra riponendo latte nei formicai e percuotono le bestie da soma.

Il discorso in sé è giusto ed ha una sua morale, e sicuramente corrisponde alla realtà, ma è completamente in contrasto con quello precedente che evidenzia la moralità e purezza di costumi della gente contadina.

Una volta sono da prendere come esempio di buone qualità, un’altra volta no!

Lascio a voi la riflessione su questa enorme contraddizione. 

Al paragrafo 26 di pag. 77 (discorso VI “La Natura è madre”), Sai Baba parla di un tema a lui molto caro, ma che molto spesso ha messo in evidenza la sua incoerenza, la vita di Gesù:

[26] Nel Vangelo Gesù esprime lo stesso concetto. All’ inizio della Sua divina Missione si presenta quale messaggero di Dio: più tardi attesta di essere Figlio di Dio. La relazione tra padre e figlio è molto più intima di quella che si instaura tra un messaggero e il suo mandante, e Gesù Figlio di Dio, si conforma ai voleri del Padre Suo. Infine, nel periodo finale della Sua vita, si identifica col Padre, passando dalla fase dualistica all'unità.

Dunque il rapporto dualistico è sparito e non esiste più. Ricordatelo, perché se proseguiamo più avanti, pag. 187 paragrafo 27 (discorso XV “Gesù maestro di vita”), Sai Baba ci dice:

[27] Gesù si considerava un Amsha Avatara. Egli affermava: “Io e il Padre siamo uno” e dichiarando questo, non abbandonò il concetto di Padre. Nell'espressione “Io e il Padre siamo una cosa sola” c'è dualismo, e Gesù visse ancora questo genere di sentimento dualistico. Quando venne crocifisso e stava per esalare l'ultimo respiro, esclamò: “Padre, Padre, Padre! Mi hai dimenticato? Mi hai dimenticato?". E ripetè per tre volte “mi hai dimenticato?”. Anche negli ultimi istanti, Gesù aveva conservato il sentimento di essere diverso dal Padre. In questo sta la differenza fra un Amsha Avatara e un Purna Avatara.

Adesso Gesù muore portandosi dietro questo rapporto dualistico.

Pare veramente sorprendente che una persona che afferma di essere l’Avatar di questa era possa dire due verità esattamente opposte sullo stesso argomento, ma la cosa che lascia allibiti è che ciò accade nello stesso libro!

I devoti riflettono su quello che leggono?

Continuando con la lettura attenta di quanto scritto nel libro mi sono imbattuto in un discorso nel quale Sai Baba descrive la vita di Thomas Alva Edison per arrivare ad elogiarne la tenacia e le buone qualità. Il discorso contenuto al paragrafo 10 pag.196-197 (discorso XVI “Il valore dello sport”) si conclude in questo modo:  

È proprio lui il Thomas inventore della lampadina che fornisce luce al mondo. È lo stesso Thomas che inventò il grammofono e una gran quantità di macchine industriali.

Ora, se un illetterato come lui potè inventare tante cose oltre alla luce elettrica, offrendo un così grande contributo al mondo, possiamo forse dire che lo ha fatto grazie alla propria istruzione? Niente affatto! È stato grazie alla propria tenacia e alle sue buone qualità.

Visto i precedenti poco rassicuranti che caratterizzano i discorsi nei quali Sai Baba rievoca la vita di personaggi storici più o meno famosi, sono andato a vedere sull’Enciclopedia Generale DeAgostini vol. 1 A-M  alla voce Edison, e questo è quanto viene riportato: "inventore statunitense (1847-1931). Gli si devono numerose e importanti invenzioni quali il microfono a carbone (1876), il fonografo (1877) e, nel 1878, la lampada elettrica a incandescenza…"

Del grammofono citato da Sai Baba non se ne fa menzione. Andando allora alla parola grammofono, sempre sulla stessa enciclopedia, si legge: "nome dato da E. Berliner all’apparecchio da lui progettato (1887) che sostituiva, nel fonografo di A. Edison, il disco a cilindro. Il termine è talvolta usato come sinonimo di giradischi".

Edison dunque non ha inventato il grammofono, come invece sostiene Sai Baba, ma il fonografo che è una cosa diversa.

Un altro errore piuttosto grave!


SECONDA PARTE

“Colloqui” Mother Sai Publications

In questo libro, pagg. 29-30 (“Prima conversazione”) sono riuscito finalmente a trovare il famoso discorso nel quale Sai Baba afferma che il Kali Yuga ha una durata totale di 11000 anni:

SAI- [56] Tutto ció che viene dalla vacca, latte in quantità modesta, burro, cacio, va bene per chi cerca la vita spirituale: la vacca non ne soffre ed è benefico prenderne. _Nello Dvapara Yuga, 5680 anni fa, prima del Kali Yuga, venne in uso il latte. La durata totale del Kali Yuga è di 11 mila anni.

Un visitatore - Continua ancora il Kali Yuga?

SAI - Sì.

Visitatore - Lo chiedo perché in America vari libri dicono che il Kali Yuga è finito e ne è sopraggiunto un altro.

SAI - [57] No prima che finisca il Kali Yuga c'è un intervallo. È come il movimento del ventilatore; quando lo metti in moto, tarda un pochino ad avviarsi con tutta la sua velocità, e dopo che hai tolta 1a corrente gira ancora per un po'. Il mondo gira come questo ventilatore: anche dopo la fine del Kali Yuga, girerà ancora un po' prima del gran finale. È come in una fila di pali dell'illuminazione pubblica, intervallati di circa 200 metri. Al punto di mezzo tra due pali si sovrappone la luce che viene dai due. Gli Yuga sono quattro; la sequenza è ciclica, e quando l'ultimo Yuga finisce, il ciclo ricomincia. La fine del Kali Yuga sarà tra 5320 anni.

Come sottolineato nello stesso libro questo calcolò fu enunciato nel 1968, ma solo dieci anni dopo Sai Baba rilasciò questo discorso (nota 28 pag. 89 “Discorsi 1988-1989 Volume I):

"I Grandi Saggi (Maharishi) divisero il tempo in quattro ère o yuga, chiamate Kritha yuga, Dvapara yuga, Treta yuga e Kali yuga. Queste epoche si succederanno periodicamente. La parola Kritha significa "quattro volte", Treta "tre volte", Dvàpara "due volte" e Kali ci dà una fissa unità di misura. Secondo quei Saggi, 432.000 anni è l'unità di base e rappresenta il numero di anni del Kali yuga. Il doppio del Kali yuga, cioè 864.000 anni, fa lo Dvapara yuga. Tre Kali yuga fanno un Tretà-yuga, composto di 1.296.000 anni. Quattro Kali yuga, cioè 1.728.000 anni, costituiscono un Kritha yuga. Se li assommiamo tutti, abbiamo un periodo di 4.320.000 anni, chiamato Mahayuga o Grande Era. Ultimato un Mahayuga, ricomincia il Kritha yuga. Questi furono i modi e le misure con cui essi interpretarono il tempo". (Sai Baba, in SUMMER SHOWERS INBRINDAVAN 1978, pp. 8-9).

L'evangelista Luca ci riferisce che, allorché Gesù fu arrestato, disse "a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: "Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre" (Lc 22,52s).

Nel libro “Colloqui” alla nota 11 si evidenzia questa apparente contraddizione ma la si risolve, molto arbitrariamente a mio parere, in favore di Sai Baba, scrivendo che egli ha solamente citato il modo in cui i saggi divisero il tempo.

A questo punto viene da chiedersi il perché Sai Baba non abbia espresso parere contrario a questa suddivisione, che contrasta con quella del 1968 argomentata da lui stesso.

Un’altra verità ben poco chiara!

La lettura del libro, pag.41 (“Appunti di conversazioni” XI), ci regala anche uno scambio di battute sul tema della corruzione (H è l’abbreviazione di Hislop):

H.- Svàmi, questi ragazzi del vostro college di qui hanno un'istruzione esterna di prima grandezza: i loro voti sono i migliori, e così via; e si stanno formando caratteri di forte moralità. Non diverranno i leaders dell'India? La loro magnifica preparazione li farà giungere a posizioni eminenti, e la loro forte morale li sosterrà?

SAI - [6] Lo scopo del college di Svàmi è proprio questo.

H.- Cosicché, tra 20 o 30 anni dovremmo vedere un grosso cambiamento nella nazione indiana.

SAI - [7] Venti anni? In dieci!

H- Ma Svàmi, tra dieci anni non avranno ancora raggiunto la trentina, e di solito si arriva al potere dai quaranta in su.

SAI - [8] Nell'India si fa carriera più in fretta; anche oggi se ne vedono molti esempi.

H.- E questi giovani si rendono conto del loro avvenire e delle responsabilità che li attendono?

SAI - [9] Gli studenti dicono che quando saranno cresciuti faranno la volontà di Sai. Appena si faranno liberi dei posti di potere nella società Indiana, essi li occuperanno. Ovunque saranno, eserciteranno la loro influenza per cambiare in meglio la società. La corruzione e i problemi del genere avranno un forte calo. La loro influenza non potrà far a meno di farsi sentire; già oggi l’80% dei genitori di questi giovani hanno modificato la loro vita a causa dell'effetto dell'insegnamento di Baba …

Dunque la corruzione, secondo quanto affermato, avrà un forte calo. In realtà questi colloqui sono datati tra il 1968 e il 1978, quindi l’effetto dell’istruzione ricevuta nei colleges di Sai Baba dovrebbe essere iniziato alla fine degli anni ’80. In 15 anni di tempo, o forse più, si dovrebbero vedere alcuni risultati.

Leggendo però l’articolo di Serguei Baadev del 5 febbraio 2004 “Una missione corrotta”, presente all’interno del sito di exbaba, ecco cosa viene riportato:

Ecco i dati del Centro Internet per la Ricerca sulla Corruzione
(http://wwwuser.gwdg.de/~uwvw/corruption.index.html)
che è una iniziativa congiunta dell'Università di Passau e di Transparency International. Il Centro Internet per la Ricerca sulla Corruzione fornisce l'Indice della Percezione della Corruzione, una dichiarazione comparativa sull'integrità di una nazione, insieme ad una ricerca accademica sulla corruzione. Questo è un progetto relativamente nuovo e possiamo ottenere i dati solo a partire dal 2000, cioè l'anno in cui Sai Baba promise un evidente progresso della sua missione. I dati per l'India sono presentati in una tabella:
 

Anno

CPI*

Rank**

2003

2.8

83

2002

2.7

71

2001

2.7

71

2000

2.8

69

*Il punteggio CPI si riferisce alla percezione del grado di corruzione così come lo vedono gli uomini d'affari, gli accademici e gli analisti e va da 10 (altamente pulito) a 0 (altamente corrotto).
** Questi sono i risultati riferiti ad altri paesi
.

Come possiamo vedere, nessun reale miglioramento relativamente alla
corruzione è stato indicato in questi anni e la posizione dell'India tra gli altri paesi è cambiata solo leggermente. Questa è una triste posizione se paragonata ai veri leader dell'analisi del 2003: Finlandia (CPI=9.7), Islanda (CPI=9.6), Danimarca (CPI=9.5), Nuova Zelanda (CPI=9.5), Singapore (CPI=9.4) e Svezia (CPI=9.3).

L’India dunque continua, purtroppo, a rimanere un paese fortemente corrotto.

Le previsioni di Sai Baba sono fallite clamorosamente, ma dai discorsi rilasciati in questi anni lui non sembra essersene accorto.


Questo è ciò che è emerso dalla lettura di solo due libri; cosa ci riserveranno tutti gli altri?

Ancora una volta mando il mio messaggio personale a tutti i devoti di Sai Baba:

“Mettete veramente alla prova il vostro maestro e analizzate criticamente tutto quanto vi viene detto!”

Un saluto a tutti.

MantraB