Alcuni aneddoti su Sai Baba

 

Inviato da: Max - maxzicky@tin.it

A: testimonianze@exbaba.it 

Data del documento: 9 gennaio 2003

Data: 12 gennaio 2003

 

Vi comunico due cosette magari di poco conto che si potrebbero perdonare  ad un maestro inteso come essere umano che comunque ancora procede sul cammino evolutivo, ma non si possono lasciar passare se il maestro si definisce Dio infallibile la cui parola è verità assoluta.

Ho letto qualche tempo fa in un "pensiero del giorno" di Sai Baba (si ricevono quotidianamente iscrivendosi ad una mailing list dell'Organizzazione Sai italiana) la sua condanna nei confronti della visione di films horror e letture similari e tra le varie cose ha aggiunto il gioco delle carte.

Leggo tuttavia nel libro di Erlendur Haraldsson "I MODERNI MIRACOLI DI SAI BABA", ed. Armenia, la testimonianza del sig. Varadu che fu in intimo contatto con Baba dal 1949 al 1953, che una sera mentre stava giocando a carte con Baba, arrivò un devoto gravemente ammalato con ancora poche ore di vita che desiderava vedere Swami.
Baba si rifiutò di vederlo e all'insistenza di Varadu lo riprese dicendo che era lui lo Swami e non Varadu. Non tollerava essere contraddetto e pretendeva di essere ubbidito senza discussioni.

Fatti come questi di inspiegabile indifferenze di fronte ai casi più gravi (ovviamente Baba non avrebbe potuto fare nulla ma solo per motivi karmici...) divennero molto frequenti e portarono Varadu ad allontanarsi da Baba.

Altra curiosità: Sai Baba afferma di pesare esattamente 108 libbre (notare il numero sacro)  che equivalgono a 49 Kg. da quando aveva l'età di 16 anni e di non aver subito variazioni di peso di un solo grammo. Dichiara inoltre di mangiare per sole 300 calorie al giorno poichè lui non consuma energia come noi mortali bensì la produce...

Ora credo che chiunque, osservando le foto di Sai Baba di qualche anno fa, possa notare come fosse molto paffutello, mentre recentemente apparve piuttosto deperito al punto che i medici glielo fecero notare e cominciarono a circolare voci preoccupate su questa sua "stanchezza".

La risposta di Sai Baba fu quella classica in questi casi: nessuna malattia naturale ma l'assorbimento su di se del male di un devoto.

La devozione cieca ed assoluta nei suoi confronti porta veramente a perdere il contatto con la realtà e la logica.

Parole ed azioni che compiute da qualsiasi altra persona verrebbero interpretate per ciò che realmente vogliono significare, assumono nel caso di Sai Baba connotazioni trascendentali sempre volte al bene, molto spesso al limite dell'assurdo.